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Cosa intendiamo per osteointegrazione

L’osteointegrazione è un processo biologico che prevede la neoformazione di osso intorno a un impianto dentale. Si tratta di un processo lento, che può richiedere da 3 a 6 mesi per essere completato, ma che è fondamentale per garantire la buona riuscita dell’intervento e la stabilità dell’impianto preposto a sostituire il dente e a garantire alla persona una corretta masticazione.

Come avviene l’osteointegrazione di un impianto

Il processo di osteointegrazione degli impianti può essere suddiviso in 4 fasi, che vanno dall’inserimento dell’impianto in titanio biocompatibile all’interno della sede da recuperare, fino alla formazione di nuovo tessuto osseo intorno allo stesso. Vediamole insieme:

1. L’emostasi

L’osteointegrazione inizia non appena viene praticato un foro nel sito dell’impianto e il perno in titanio viene messo in contatto con l’osso mascellare. Una volta che il sito è stato forato, i vasi sanguigni si rompono causando una piccola emorragia e una risposta naturale ad iniziare la guarigione. Entro pochi minuti, infatti, il siero che fuoriesce dai vasi sanguigni inizia ad aderire alla superficie dell’impianto in titanio. Mentre questo accade, i vasi sanguigni iniziano a rilasciare trombociti che si raggruppano per sigillare l’area rotta.

2. L’infiammazione

Alcune ore dopo l’intervento, le cellule responsabili della funzione immunitaria del corpo vengono rilasciate per pulire la materia ossea scheggiata, i tessuti e i batteri orali dalla ferita. I vasi sanguigni diventano quindi più permeabili causando un leggero allontanamento delle cellule endoteliali. Questo permette ai leucociti di passare attraverso le pareti dei vasi sanguigni ed entrare nella ferita per uccidere i batteri e rilasciare ossigeno ed enzimi.

3. La proliferazione

Pochi giorni dopo l’intervento una cellula del tessuto connettivo, conosciuta come fibroblasti, entra nella ferita producendo collagene e altre fibre. Questo stimola la formazione di nuovi vasi sanguigni, che vengono integrati nella rete vascolare esistente.L’apporto di ossigeno viene quindi ripristinato consentendo l’inizio della guarigione dell’osso.

Circa una settimana dopo l’intervento, una grande cellula ossea nota come osteoclasti inizia ad assorbire il tessuto osseo. Quando gli osteoclasti dissolvono parte della struttura ossea con l’acido cloridrico, vengono rilasciati alcuni sottoprodotti necessari per la formazione di nuovo tessuto osseo: questo si collegherà alla superficie dell’impianto attraverso fibre di collagene, formando una nuova struttura ossea intrecciata sulla superficie dell’impianto in titanio, fondamentale per garantirgli la stabilità.

4. Il rimodellamento

Alcune settimane dopo l’intervento, la nuova struttura ossea inizierà a rimodellarsi. Questo avviene di solito sotto forma di strutture che si collegano al perno in titanio ad angolo retto. Con il passare dei mesi, inizierà a formarsi una struttura ossea lamellare molto forte, simile alla struttura dei pilastri in una grande cattedrale, che permette al dente impiantato di essere pienamente funzionale.


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Qual è il materiale usato per gli impianti dentali?

l materiale d’elezione usato per gli impianti dentali è il titanio nella sua forma commercialmente pura (CP4), in quanto materiale dotato di caratteristiche ottimali di resistenza meccanica ed elevata biocompatibilità e bioinerzia. Esposto all’ambiente, la superficie di titanio sviluppa in tempi brevissimi un sottile ma estremamente stabile strato di ossido che protegge il rimanente materiale da ogni contaminazione, e allo stesso tempo offre un valido supporto per i tessuti.

Più di recente, sono stati proposti impianti che utilizzano la zirconia anche per la parte endossea, in quanto materiale biocompatibile e dotato di elevate caratteristiche meccaniche. Altri fattori favorevoli sembrano essere il minore accumulo di placca e l’estetica migliore. Dai primi studi disponibili sembra però che le prestazioni di questo materiale dal punto di vista della resistenza alla disinserzione siano minori di quelli ottenibili col titanio, anche se un adeguato trattamento potrebbe compensare questo problema.


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