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Cos’è la dentizione decidua nei bambini

Parliamo di dentizione decidua quando ci riferiamo ai denti da latte, ovvero dei denti che il bambino inizia a mettere verso i 6/8 mesi, fino ai 30/36 mesi. Dieci denti per arcata che, pian piano, a partire dai 6 anni, saranno poi sostituiti dai denti permanenti.

Quando avviene la dentizione permanente

Tra i 6 ed i 12 anni circa il bambino sarà in una condizione definita di dentizione mista, ovvero avrà in bocca sia denti da latte che permanenti. Dai dodici anni in poi presenterà solo denti permanenti. Nello specifico:

  • intorno ai 6 anni erompono i primi molari,
  • tra i 6-7 anni gli incisivi centrali,
  • tra i 7-8 gli incisivi laterali,
  • a 9 anni i primi premolari,
  • tra i 9-11 anni i canini,
  • tra i 10-11 anni i secondi premolari,
  • a 12 i secondi molari

Cosa fare se non spuntano i denti definitivi

I tempi di eruzione dei denti definitivi possono variare tantissimo da bambino a bambino, per cui non bisogna preoccuparsi se dopo la caduta di un dente da latte il definitivo tarda a spuntare. Certo è che, trascorsi alcuni mesi, è consigliabile fare un controllo dal dentista. Lo specialista seguirà una Ortopantomografia (esame radiologico delle arcate dentarie), così da poter valutare la presenza o meno di tutti gli elementi dentari permanenti e capire le cause di un eventuale ritardo eruttivo.


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Dettaglio della bocca di una bambina che presenta dentini doppi accavallati sia da latte che permanenti

Anomalie di eruzione: come intervenire


Agenesia

L’ agenesia dentale indica la mancanza di uno o più denti definitivi. Colpisce circa il 7% della popolazione. L’elemento che in percentuale risulta più spesso mancante è l’incisivo laterale superiore.

Rimedi:

  • la chiusura dello spazio con L’Ortodonzia
  • l’inserimento di un dente in ceramica su impianto intitanio
  • l’inserimento di un ponte classico oppure adesivo detto “Maryland”
  • la modifica della forma dei denti presenti, con delle faccette in ceramica
  • aggiunta di materiale composito

Anchilosi

Con il termine anchilosi viene indicata, in ambito medico, la mancata possibilità del dente di muoversi e compiere correttamente il processo di eruzione dall’osso mascellare che, talvolta, può dipendere addirittura dall’assenza del legamento parodontale. In caso di anchilosi, l’odontoiatra potrà valutare la tipologia di trattamento odontoiatrico da seguire in base all’età del paziente e alla complessità dello specifico caso clinico.

  • Anchilosi parziale del dente

Nei casi in cui l’anchilosi del dente sia parziale si procede, di solito, con la sublussazione-lussazione del dente, per poi avviare un trattamento ortodontico che aiuti l’elemento dentale a trovare la sua giusta collocazione nell’arcata dentaria.

  • Casi complessi di anchilosi

Alcuni casi clinici, relativi all’anchilosi, possono essere trattati esclusivamente con l’estrazione del dente anchilosato. In pazienti pediatrici, in cui la patologia riguardi i denti decidui, l’estrazione del dente affetto da anchilosi permetterà il successivo sviluppo dei denti permanenti a cui può essere affiancato un trattamento ortodontico per il corretto collocamento del dente emergente.

L’anchilosi del dente può interessare sia la dentizione decidua che quella permanente. Quando il dente anchilosato è un dente permanente, si può optare per un complesso intervento chirurgico di osteotomia finalizzato a riposizionare il dente anchilosato in arcata senza sacrificare l’elemento dentario oppure, in mancanza di alternative, procedere con l’estrazione del dente. Trattandosi di dentizione permanente, il dente estratto potrà essere sostituito con un intervento di implantologia quando il paziente avrà raggiunto la maturità scheletrica, ossia quando mascella e mandibola avranno ultimato il loro processo di sviluppo.


Denti inclusi

Si parla di dente incluso, o anche dente ritenuto, quando il dente si trova interamente nella gengiva, invece che fuoriuscirne in parte, come naturale. Possono subire inclusione dentale i denti del giudizio (molto spesso) ma anche i canini o i premolari.

L’inclusione dentale è generalmente collegata ad una mancanza di spazio per i denti. Questa, a sua volta, può essere conseguenza di diversi accadimenti:

  • perdita precoce dei denti da latte: se i dentini cadono troppo presto e il dente definitivo non è ancora pronto a spuntare, il suo spazio viene occupato e questo ne blocca lo sviluppo
  • anchilosi dentale
  • affollamento dentale e denti storti
  • palato stretto e malformazioni congenite

Può accadere che i problemi di inclusione dentale si manifestino quando è ancora presente la dentizione da latte (decidua). Se si procede a una diagnosi tempestiva del problema, si può agire in anticipo e permettere ai denti definitivi di spuntare senza problemi. Nei casi più gravi, si può procedere all’estrazione precoce dei dentini, per creare spazio. L’alternativa, meno invasiva, è invece rappresentata dall’ortodonzia intercettiva.


Denti in sovrannumero

I denti sovrannumerari sono i denti “di troppo”, ossia in eccesso rispetto alla normale configurazione dentaria che, normalmente, prevede 20 denti decidui e 32 denti definitivi. In base alla posizione dei sovrannumerari, al loro numero, al rapporto con i denti vicini e all’età del bambino stesso, verrà valutata la soluzione più adeguata. Si potrà ricorrere a una terapia ortodontica, a una terapia chirurgica oppure all’estrazione.


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